top of page

 Master in AI: occhio alla bufala!

  • Immagine del redattore: Antonio Edoardo Marazita
    Antonio Edoardo Marazita
  • 28 set
  • Tempo di lettura: 2 min

 


ree

Negli ultimi mesi il web e i social sono invasi da un fenomeno che sembra avere lo stesso effetto virale delle catene WhatsApp: i “Master in AI” venduti come scorciatoie miracolose verso carriere stellari. Chiariamo subito: nella maggior parte dei casi, siamo di fronte a operazioni di marketing al limite dell’inganno.


Perché non esistono (ancora) veri Master in AI

Un Master universitario, per definizione, è un percorso di alta formazione riconosciuto a livello accademico, con struttura solida, docenti qualificati e basi metodologiche verificate. L’AI non è nata con ChatGPT nel 2022: discipline come machine learning, reti neurali, robotica e data science erano già insegnate da decenni nelle facoltà di ingegneria e informatica. Quindi:

  • i Master seri in AI sono quasi sempre inseriti in programmi accademici storici, non improvvisati in corsi lampo;

  • parlare oggi di un “Master” creato ad hoc sul boom delle AI generative è quantomeno azzardato, perché il sapere non si consolida in due anni di hype.


Il problema del tempo

Il ritmo dell’evoluzione è spietato:

  • ogni giorno nasce un nuovo tool,

  • ogni settimana un nuovo modello,

  • ogni mese cambia radicalmente lo scenario d’uso.

Seguire un master di 6 o 12 mesi significherebbe, in pratica, studiare su materiali già vecchi prima ancora di sostenere l’esame. E se qualcuno dichiara che il corso sarà sempre aggiornato agli ultimi sviluppi, sorge spontanea la domanda: dove troveranno i docenti il tempo (e i superpoteri) per diventare esperti e poi insegnare in tempo reale ogni novità?


Cosa si può davvero insegnare

L’unico vero insegnamento oggi possibile è l’attitudine all’apprendimento continuo:

  • la capacità di sperimentare,

  • di scambiare tecniche,

  • di testare strumenti insieme,

  • di sviluppare un metodo critico.

Non si può vendere la bacchetta magica. Al massimo si può proporre una “via personale”, dichiarando onestamente che è solo una delle tante possibili strade.


Attenti ai titoloni

Diffidiamo dalle promesse tipo:

  • “In tre settimane sarai un guru delle AI”

  • “Diventa Alan Turing in 30 giorni”

  • “Lascia il tuo lavoro e guadagna con l’AI”

Sono slogan per attrarre sprovveduti, non formazione seria.


Dove si fa sul serio: Master riconosciuti

Ecco invece alcuni percorsi autorevoli, nazionali e internazionali, dove l’AI è trattata con serietà accademica:

  • Università di Trento: Master biennale in Sistemi di Intelligenza Artificiale (in inglese).

  • Humanitas University + Bocconi: Master in Data Analytics e AI nelle Scienze della Salute (2 anni, in inglese).

  • Università di Pavia e Milano: Joint Master in Human-Centered AI (biennale, in inglese).

  • Cattolica del Sacro Cuore: Master in AI-driven Business Models (annuale).

  • Politecnico di Torino: Executive Master su AI e scelte manageriali.

  • Luiss Business School Roma: Master in Tecnologie Esponenziali e AI.

  • Erasmus Mundus EMAI e EIT Digital Master School: percorsi europei di doppia laurea.

  • MIT, Stanford, CMU, UC Berkeley, Cambridge, Oxford: l’eccellenza mondiale, dove AI significa ricerca avanzata e connessioni industriali reali.


Conclusione

Siamo al terzo anno di ChatGPT. Quello che viviamo oggi è solo l’alba di un flebile raggio di sole. Serve umiltà: non esistono ancora Maestri assoluti, ma solo pionieri che sperimentano. La vera strada è curiosità, responsabilità e onestà intellettuale. Tutto il resto è rumore di fondo.

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
bottom of page