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Immagine del redattoreEdoardo Marazita

Nuovi progetti parte prima



In un momento di grande ristrutturazione professionale, mi sono ritrovato a valutare con onesta e attenta critica, quali fossero i miei reali valori sui quali puntare ora. Due cose ho evidenziato. La prima è che in

effetti, a ben guardare, sono sempre stato un “lanciatore di progetti”. La seconda è che gran parte della mia soddisfazione professionale, mi deriva dall’insegnamento. (formazione accademica e aziendale). È della prima che però desidero condividere alcune considerazioni.


Da oltre vent’anni non faccio altro che lanciare progetti. Che io ricordi da quando ho poco più di venti anni. Alcuni di questi mi hanno dato buone soddisfazioni economiche, altri meno, di altri ho tratto importati conoscenze umane. Ho anche incontrato persone che sarebbe stato meglio evitare, ma si sa, anche da questi c’è da imparare. Ad esempio, da questi ho imparato cosa non è un buon imprenditore, e cosa non è un leader. E sapete una cosa, c’è da ringraziarli! In ogni modo il bilancio è positivo. Mentre quindi mi preoccupavo per le difficoltà economiche del momento, a causa come dicevo della situazione di ricostruzione, stavo trascurando un fatto elementare. Io sto facendo quello che ho sempre fatto.

Sto lavorando al prossimo progetto. E dov’è la riflessione? Il messaggio??

Che spesso siamo così ossessionati dal riuscire qui e ora, dal sentirci realizzati nell’immediato attimo in cui stiamo costruendo da trascurare il fatto che non siamo mai solo quello che stiamo facendo nell’istante in cui consideriamo la cosa. Noi siamo la media di quanto abbiamo costruito, conosciuto, sperimentato, sbagliato. E già anche sbagliato. Una volta un giornalista domandò a Edison come si sentisse ad aver sbagliato mille volte prima di trovare la soluzione alla sua lampadina. La sua risposta fu che non aveva sbagliato affatto mille volte ma solo trovato 999 modi sbagliati di fare la stessa cosa. Edison e la sua lampadina nell’attimo in cui si è accesa sono stati certamente il frutto di tutta la vita dell’inventore, più quel minuto. Non dovremmo fidarci dell’immediato presente. La nostra più abile capacità professionale, dovrebbe essere quella di percepirci come un universo di esperienze in espansione continua, del quale quel frammento di presente che viviamo è solo una istantanea, e non racconta chi siamo o la nostra vita intera.

Questo pensavo e trovavo un certo sollievo alla considerazione che in effetti, sono già stato dove sono ora e molto oltre. L’esperienza accumulata oggi mi consente di valutare con maggiore efficacia, le strategie e i rischi e una cosa fra tutte negli anni è cresciuta con i successi e le delusioni: la pazienza. Mi preparo quindi ad una nuova avventura professionale. Di questa, parlerò nel prossimo post.



Anche voi vi siete mai sentiti stretti nella morsa nell’incertezza per poi ricordarvi che avete già vissuto tutto questo? Come vi siete risolti?


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